Negli ultimi trent'anni è diventato sempre più evidente che l'Africa è probabilmente la "culla dell'umanità". I resti dei primi esseri umani furono trovati nella gola di Olduvai.
La gola di Olduvai si è formata circa 30.000 anni fa ed è il risultato di attività geologiche aggressive e di corsi d’acqua.
La Gola di Olduvai è un sito che contiene le prime prove dell’esistenza dei primi esseri umani. I paleoantropologi hanno trovato centinaia di ossa fossili e strumenti di pietra risalenti a milioni di anni fa, portandoli a concludere che gli umani si sono evoluti in Africa.
Olduvai è un errore ortografico di Oldupai, una parola Maasai per una pianta di Sisal (agave sisalana) selvatica che cresce nell’area. La gola si trova nella Great Rift Valley, tra il Ngorongoro e il Serengeti.
Il ripido burrone è lungo circa 48,2 km e 89,9 metri di profondità, ma non è abbastanza grande da essere classificato come un canyon. Un fiume ha eroso diversi strati di roccia andando a formare quattro letti singoli, con il più vecchio stimato a circa 2 milioni di anni.
A Laetoli, 30 km a ovest del cratere di Ngorongoro, sono conservate alcune orme di ominidi nella roccia vulcanica, risalente a 3,6 milioni di anni. Queste rappresentano alcuni dei primi segni dell’umanità nel mondo.
L’Australopithecus Afarensis, una creatura alta da 1,2 a 1,4 metri, è stata trovata in questo cratere e le sue impronte sono esposte nel museo di Oldupai.
Alcuni discendenti degli ominidi di Laetoli furono trovati più a nord, sepolti negli strati della gola di Oldupai.
Durante gli scavi, condotti principalmente dagli archeologi Louis e Mary Leakey, furono trovati quattro diversi tipi di ominidi. Studiandoli notarono che vi era un aumento graduale delle dimensioni del cervello e della complessità dei loro strumenti in pietra.
Il primo teschio di Zinjanthropus, comunemente noto come “Schiaccianoci” che visse circa 1,75 milioni di anni fa, fu trovato qui.
I ritrovamenti più importanti sono l’Homo Habilis, lo Zinjanthropus e l’impronta di Laetoli.